Il dato riferito dalla direttrice dell’Ausl di Ferrara Calamai durante la seconda edizione dell’Open Meeting dei Grandi Ospedali Italiani in corso a Roma
Roma, 26 maggio 2023 – “Il gender gap continua a pesare. In Italia le donne sono circa il 68% del personale all’interno del Sistema sanitario nazionale, ma guadagnano in media il 24% in meno rispetto ai colleghi uomini.”
E’ uno dei dati riferiti dalla direttrice generale dell’Ausl di Ferrara Monica Calamai durante i lavori di uno dei tavoli tematici della seconda edizione dell’Open Meeting dei Grandi Ospedali Italiani, svoltasi il 25-26 maggio a Roma e organizzata dagli ospedali Sant’Andrea di Roma e Policlinico Tor Vergata, insieme alle Università La Sapienza e Tor Vergata in collaborazione con Koncept.
L’Open Meeting ha coinvolto gli ospedali italiani di punta, molti dei quali figurano nella classifica dei 250 migliori ospedali a livello globale, per uno scambio con le principali aziende sanitarie del Paese, partner di innovazione e stakeholder. L’obiettivo principale dell’evento è stato quello di promuovere una condivisione di idee, esperienze e progetti per potenziare ulteriormente l’assistenza sanitaria, la ricerca e la formazione di nuovi professionisti.
“Nell’ultima edizione del Global Gender Gap report, il World Economic Forum evidenzia che per ottenere la parità di genere, a livello globale, serviranno ancora 132 anni e che i progressi verso la riduzione del divario di genere sono in stallo nella maggior parte dei paesi -ricorda la direttrice Monica Calamai, moderatrice del tavolo dedicato a “Le politiche del Grande Ospedale per la medicina di genere e la riduzione del gender gap”- Secondo l’Organizzazione mondiale della sanità le donne rappresentano il 70% della forza lavoro nel campo della salute ma solo il 25% è leader. Insieme al salario, un altro indicatore che sottolinea la diseguaglianza di genere è la tipologia del lavoro con una maggioranza di lavoratrici part time donne: il 32,4% delle donne italiane occupate lavora part-time contro solo l’8% degli uomini. Ulteriori dati dimostrano che il tempo recuperato sia dedicato alla cura della casa e al caregiving familiare, le donne si fanno carico del 74% del totale delle ore di lavoro non retribuito di assistenza e cura”.
“Quali proposte per ridurre il gender gap? Nel 2022 ne sono state presentate una serie al Ministero della Salute -spiega Calamai-. Tra cui orari flessibili e personalizzati, smart working, sviluppo delle forme diversificate di part time, ma anche esonero da turni notturni e nei weekend per le lavoratrici madri e/o per chi si prende cura degli anziani, priorità d’impiego flessibile per i genitori con figli minori di 12 anni, aumento e incentivazione del congedo di paternità, asilo aziendale a tariffe agevolate”.