È una rivoluzione: attraverso la manipolazione di variabili quali spazio, tempo e interazione la persona crede di trovarsi realmente in un mondo che, però, è solo virtuale.
Non solo. Potrà interagire con il movimento del corpo, della testa e degli arti aumentando la sensazione di potersi impadronire di quella dimensione. Una realtà immersiva che nei giorni scorsi hanno sperimentato centinaia di persone grazie alla dimostrazione degli esperti della Fondazione Olitec avvenuta nel corridoio dei quadri dell’Ospedale Civile.
Grazie ad un visore e dei comandi ciascuno ha potuto «entrare», ad esempio, in una sala operatoria, con la possibilità di agire e interagire con coloro che realmente si trovavano in quella sala.
Il protocollo
La Fondazione ha firmato una convenzione pluriennale con l’Asst Spedali Civili di Brescia per la creazione del primo Centro ricerca per la realtà immersiva sanitaria al mondo creato da Fondazione Olitec in collaborazione con il principale ospedale pubblico di Regione Lombardia.
«Cambierà il nostro modo di vivere una tecnologia che si confronterà ogni giorno con i problemi del mondo della sanità in prima linea con gli operatori, creando soluzioni che migliorano i servizi offerti e la qualità di vita delle persone ricoverate» spiega Massimiliano Nicolini, ricercatore di Fondazione Olitec.
Sebbene il metaverso sia ancora in fase di sperimentazione, sono già disponibili, ma anche in fase di sviluppo, tecnologie che possono avere un importante impatto nel migliorare l’assistenza sanitaria.
In cosa consiste la convenzione con l’Asst Spedali Civili? Intanto, tutti i costi derivanti dall’operazione saranno a carico della Fondazione. L’ospedale mette a disposizione uno spazio di circa 150 metri quadrati in cui i ricercatori allestiranno un laboratorio per la ricerca sull’integrazione della realtà immersiva nella clinica, cui si aggiunge – al momento – una parte evolutiva del progetto che si integrerà con il robot usato in sala operatoria.
Alla linea di sviluppo e di ricerca si dedicheranno otto ricercatori (due sono già arrivati a Brescia) che hanno maturato esperienza in altri grandi ospedali (per i robot con il Cardarelli di Napoli).
Le prenotazioni
La prima linea operativa sarà il Cup, il Centro unico di prenotazione, più croce che delizia per chiunque cerchi di mettersi in contatto con un operatore e prenotare una visita. «Grazie alla realtà immersiva e all’intelligenza artificiale i problemi del Cup verranno superati» afferma Nicolini.
Poi, al Civile verrà installata, in fase sperimentale, una delle cinque cabine presenti in Italia per la realizzazione di un avatar biometrico, brevettato da Olitec. «L’avatar biometrico è un protocollo che permette l’autenticazione dell’individuo in maniera certa ed univoca nell’accesso ad altre applicazioni sviluppate nella tecnologia Web 3 – spiega Nicolini -. Per costruire un avatar biometrico si acquisiscono informazioni di natura personale che, incrociate tra loro, rendono certa l’identità del soggetto che ne è effettivamente proprietario. Nessuno potrà più rubare le nostre credenziali o creare profili fasulli perché è fisicamente impossibile duplicare un individuo con le medesime caratteristiche e soprattutto perché l’apertura e l’acquisizione di quei dati una volta inseriti nell’avatar biometrico, non potranno essere effettuate da nessuno se non dal soggetto originario che ha costruito la BlockChain sulla quale sono appoggiati i riferimenti ai dati relativi ai parametri biometrici acquisiti».
Noi siamo la nostra password
In sostanza, non esiste una «password» più sicura e migliore della persona stessa. Con l’avatar questo diventerà realtà. Le potenzialità sono notevoli: sarà possibile l’accesso sicuro a tutte le piattaforme Web 3 del mondo senza dispersione di dati personali oppure verificare se si è allergici ai farmaci senza effettuare dei test fisici. O, anche, sostituire tutte le procedure di autenticazione che oggi sono eseguite attraverso sistemi quali spid, carta d’identità elettronica e posta elettronica certificata. Un progetto che porta la telemedicina ad un nuovo livello: ogni paziente, attraverso un visore e alcuni comandi, potrà accedere a percorsi terapeutici in ambienti immersivi.
Altro campo di lavoro è quello della formazione e dell’addestramento di medici e infermieri che si avvarranno del metaverso per fare pratica su corpi umani virtuali. Ancora, verrà realizzata una guida digitale che indirizzerà i visitatori all’interno dell’ospedale. Infine, l’intrattenimento per chi è ricoverato: attraverso il metaverso, dotato di occhiali per la realtà immersiva, potrà andare al cinema, al mercato o, anche, farsi un giro per le calli veneziane. Il tutto senza muoversi dal suo letto d’ospedale.
FONTE #GiornaleDiBrescia